Come fare la spesa in maniera consapevole

L’emergenza COVID-19 e il lockdown vissuto chi più, chi meno in maniera prolungata ci hanno insegnato a rallentare il nostro modo di vivere e fermarci a riflettere su alcuni aspetti fondamentali del nostro vivere quotidiano. L’impossibilità a recarsi nei negozi per fare acquisti, la necessità di organizzare e sistematizzare la spesa, l’esigenza di ottimizzare l’economia domestica, anche da un punto di vista economico, hanno modificato il nostro modo di acquistare. Anche e soprattutto i prodotti alimentari.

L’ISTATIstituto Nazionale di Statistica nel suo report annuale (Le spese per i consumi nelle famiglie | Anno 2019 – ISTAT, 9/06/2020) rileva che la spesa media delle famiglie per alimentari e bevande non alcoliche nel 2019 ammontava ad € 464,27: una cifra di tutto rispetto nel budget familiare.

La fotografia di ISTAT si riferisce all’anno 2019 e sicuramente il 2020, l’anno della pandemia, rileverà cifre e situazioni differenti. Sempre l’ISTAT in questi giorni ha diffuso i dati preliminari relativi alle stime di povertà assoluta e spese per i consumi: la povertà assoluta torna a crescere – un milione in più di persone – e tocca il valore più elevato dal 2005 (Povertà assoluta e spese per i consumi – ISTAT, 04/03/2021). Si azzerano così i miglioramenti registrati nel 2019.

Diventa importante comprare bene, risparmiare laddove è possibile e organizzare anche la propria economia domestica in funzione di una razionalizzazione e ottimizzazione di prodotti e denaro.

Riuniamo qui alcuni consigli pratici ed utili su come fare la spesa e ottimizzare gli acquisti anche per il nostro portafoglio.

  • Programma gli acquisti alimentari
  • Km zero: vantaggi per ambiente, salute e portafoglio
  • Conservare gli alimenti correttamente

PROGRAMMA GLI ACQUISTI ALIMENTARI

La lista della spesa è un ottimo strumento per razionalizzare gli acquisti. Ci permette di non acquistare prodotti inutili e di non dimenticare prodotti necessari.

Nel supermercato ci evita di vagare in cerca di idee e farsi tentare dalle tante, troppe offerte che invitano ad acquistare grandi quantità. 

Ispezioniamo il frigo e la dispensa: cosa può servire per poter utilizzare tutto quello che c’è già in casa?

Acquistare poco alla volta significa ottimizzare lo spazio, comprare ciò che ci serve, mangiare sempre cibo fresco, che mantiene intatte le sue preziose qualità nutritive.

Controlla la data di scadenza. Al momento dell’acquisto, il tempo di conservazione va tenuto in debita considerazione: anche se costa poco, comprarne più di quello che potremo consumare provocherà spreco, annullando il risparmio. 

La lista della spesa condivisa con chi in famiglia va al supermercato, potrebbe essere una buona idea. Può essere arricchita man mano che i prodotti terminano, o quando ci ricordiamo di comprare qualcosa, e può essere limata e definita prima di andare a fare la spesa.

KM ZERO: VANTAGGI PER AMBIENTE, SALUTE E PORTAFOGLIO

L’espressione KM ZERO sta ad indicare una filiera molto corta, che ha ridotto al minimo i passaggi tra produttore e consumatore. Questa riduzione ha dei vantaggi sull’ambiente, sulla nostra salute e sul portafoglio.

Quali sono gli alimenti a KM ZERO?

Gli alimenti che possono definirsi a KM ZERO sono essenzialmente frutta, verdura, ortaggi, legumi ma anche carne e latticini. I prodotti vegetali “locali”, raccolti al momento giusto e subito messi in commercio, garantiscono una maggior freschezza e migliori caratteristiche organolettiche, grazie al breve tempo di trasporto.

Viceversa il prodotto non a KM ZERO e magari “fuori stagione” al supermercato significa, nel 90% dei casi, che il Paese di provenienza non è l’Italia e che prima di arrivare sulla nostra tavola ha fatto lunghi viaggi in nave o aereo.

Per questo motivo dovrà necessariamente essere sottoposto a metodi di conservazione, che possono alterare le proprietà e il gusto con coloranti, conservanti e sostanze che ne modificano anche sapore e colore. Inoltre, ciò comporterà sicuramente un drastico aumento del prezzo.

Gli alimenti a km 0, invece, offrono maggiori garanzie di freschezza proprio per l’assenza, o quasi, di trasporto. Inoltre, preferendoli, si valorizza la produzione locale e si recupera il legame con il territorio, imparando a conoscere sapori tipici e tradizioni gastronomiche.

Dove trovare i prodotti a KM ZERO? 

Negli ultimi anni la richiesta di questo genere di alimenti è notevolmente incrementata è per questo che sono sorte varie iniziative che hanno reso più semplice l’incontro tra domanda ed offerta. Vediamo qualche esempio:

  • Coldiretti: la maggiore Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale, da sempre garanzia di qualità e certezza di filiera a KM ZERO.
  • GAS “gruppi di acquisto”: gruppi di acquisto organizzati spontaneamente, che partono da un approccio critico al consumo e si rivolgono direttamente all’agricoltore e all’allevatore, per acquistare i loro prodotti;
  • Farmer markets: quando sono gli stessi produttori che possono “aprire” la loro azienda ai consumatori come anche organizzare dei mercati locali;
  • Corner: nei supermercati dedicati agli alimenti a KM ZERO e alle aziende impegnate nel basso impatto ed economia circolare.

Consumare alimenti a KM ZERO aiuta anche l’ambiente. Non solo aiuta ad avere una alimentazione più sana, composta da prodotti locali e freschi, allo stesso tempo, aiuta l’ambiente perché l’uso dei carburanti e delle emissioni che ne derivano sono limitati al minimo grazie ai ridotti spostamenti. Ciò comporta anche un minor ricorso ad imballaggi e a sistemi di conservazione (come le celle frigorifere) e di confezionamento.

KM ZERO e portafoglio. Erroneamente si pensa che il prezzo dei prodotti a KM ZERO sia maggiore. Sul prezzo non sono stati caricati i costi di trasporto da mete lontane, si imballaggio, stoccaggio. Tutto questo a vantaggio del gusto e della bontà della merce acquistata.

KM ZERO e salute. Il prodotto a KM ZERO garantisce anche una dieta sana ed equilibrata, basata su prodotti di stagione. Ultimo, ma non meno importante, elemento positivo: il prodotto a KM ZERO per le sue caratteristiche di alimento sano e stagionale, irrobustisce il nostro sistema immunitario, prevenendo così anche la nostra disposizione alle malattie.

CONSERVARE GLI ALIMENTI CORRETTAMENTE

Conservare in maniera corretta gli alimenti, ci permetterà di non sprecare i prodotti che acquistiamo e di preservarne anche tutte le proprietà.

Tecnica del first in, first out. In dispensa usiamo il criterio first in, first out: il primo prodotto ad entrare, sarà anche il primo da utilizzare, per una corretta rotazione delle provviste.

Nel tragitto dal negozio a casa, i cibi freschi vanno protetti con borse termiche e nella stagione calda con dei ghiaccioli per borsa frigo, il nome tecnico è “borsa eutettica”. 

In mancanza, mettiamo nella stessa busta i surgelati che prevediamo di consumare subito e i freschi da proteggere: interrompere la catena del freddo comporta un precoce deterioramento e di conseguenza il latte o lo stracchino, per esempio, potrebbero andare a male prima della data prevista.

Frigorifero: evitiamo di aprire spesso e a lungo la porta, compromettendo la temperatura interna. Manteniamo soprattutto il frigo in perfetta efficienza: pulito, privo di ghiaccio sul fondo, controllato periodicamente per lo stato delle guarnizioni e il corretto raggiungimento delle temperature impostate.

Tra l’altro, un frigo non più efficiente consuma molta più energia elettrica, ci fa sprecare cibo e non ci garantisce la salubrità dei cibi conservati.

Utilizziamo contenitori ermetici ed involucri per proteggere gli alimenti in frigorifero. Eviteremo così contaminazioni batteriche. Le pietanze cucinate si conservano per circa 3-4 giorni senza problemi: evitiamo però di riscaldarle più volte (magari scaldiamo solo la quantità che si consumerà subito dopo) e di lasciarle troppo a lungo fuori dal frigorifero.

Scadenza prodotti. Gli alimenti con scadenza “Best before” o “Consumare preferibilmente entro” possono ancora essere consumati dopo la data di scadenza: con il tempo perdono gusto e alcune proprietà, ma non sono pericolosi.

Accade di avere dubbi sullo stato di conservazione: prima di gettare via, annusiamo e assaggiamo. Un alimento manifesta in vari modi la presenza di batteri ed è ben difficile sbagliare. 

Attenzione: il botulino è insapore, incolore e inodore, ma è presente solo in ambienti privi di ossigeno (alimenti scatolati o confezionati, anche sottovuoto) e manifesta la sua presenza con rigonfiamenti del contenitore, dovuti a gas.

Prolungare la durata di un alimento. È possibile prolungare la durata di un prodotto che sta per scadere o che si trova in frigo già da qualche giorno. Possiamo farlo bollire (pensiamo al latte, ad un sugo già cotto, ad un minestrone di verdure o uno spezzatino di carne), abbattendo significativamente la carica batterica. La pentola a pressione, con i suoi 120 °C, offre un ottimo supporto per il trattamento termico.

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“Promozione di scelte di consumo consapevole, nel rispetto del principio di precauzione e dei processi produttivi etici e sostenibili” – Piano di attività annuale 2020, approvato con DGR n. 726 del 20 ottobre 2020

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